ESCLUSIVA. Prima intervista a Bena

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view post Posted on 7/7/2008, 17:28
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ESCLUSIVA PRIMA INTERVISTA A STEFANO BENA


di Enrico Testa


Rieccoci. Roma, Saxa Rubra, Redazione calcio. L’aria condizionata pompa che è un dispiacere perché ti arriva dritta in faccia. Bisogna organizzare il collegamento con il ritiro della Juventus a Pinzolo e poi programmare un servizio sul calciomercato di Inter, Milan, Roma e Fiorentina. Due palle, insomma, perché è tutta roba, calcio minore cioè, che distrae le mie attenzioni spalline e spallinate. Le distrazioni, però, durano poco. Il tempo di raggiungere Stefano Bena, nuovo amministratore delegato biancazzurro. I primi tentativi mattutini vanno a vuoto. Ma le chiamate fatte vanno a punti verso le 17 mentre il vostro scribacchino Spal Ming chiacchiera, sempre al telefono, con Old Paul. “Ti richiamo – gli dico – ho una chiamata in attesa. E’ la terza esclusiva degli Spallinati”. Il vecchio, si fa per dire, grande Paul non si offende, anzi. Piuttosto, non vede l’ora di sapere qualcosa di più. Eccoti accontentato, Paul, ed eccovi, appunto, il terzo colpo made in Spallinati.
E’ la prima volta che parlo al telefono con Stefano Bena, bresciano con accento bresciano, 48 anni, tre figli che durante la telefonata deve tenere sotto controllo perché sacrosantamente in tutt’altre faccende affaccendati in quel di Cervia, professione libero professionista nel ramo bancario, una laurea in economia e commercio nel cassetto e diciannove anni di passione spesi per e con il Brescia. Il tempo di presentarci, di fargli i complimenti, di parlare di un comune amico (Serse Cosmi) e siamo pronti per una telefonata che gli prometto sarà breve e, invece, alla fine durerà una quarantina di minuti. A proposito, signor Bena: grazie della disponibilità.

Prima di tutto le buone maniere, dicevano gli Avion Travel. Quindi: benvenuto. Poi, mi scusi, devo chiederle del fatto del giorno che poi, giorno si fa per dire… La lettera di Tomasi sui giornali di oggi…

Nessun problema. Qualche scaramuccia ma Cesare (Butelli nds – nota dello spallinato…) gli ha già parlato. C’è stata qualche incomprensione ma ci siamo chiariti. Siamo tutti tranquilli e la conferenza stampa è stata doverosa anche perché, giustamente, il Comune e la piazza ci avevo chiesto di dare garanzie, di presentarci, di spiegare i programmi. I problemi burocratici, quindi il mettere nero su bianco, si risolveranno entro il 15 luglio. D’altronde, quando c’è un passaggio di quote del genere, non è che si può fare così, su due piedi. Per quanto ci riguarda, se sarà possibile chiudere la pratica prima, assicuro che lo faremo.

Perché avete scelto proprio Ferrara?

Credo che per il lavoro che fa lei sappia meglio di me che, soprattutto quest’anno, di società in vendita, tra C1 e C2, ce n’erano una marea. Quindi, la nostra, è stata una scelta precisa, voluta. Le racconto una cosa. E’ da un bel po’ di tempo che un altro amico comune, Gianni De Biasi, e le assicuro che è rimasto spallino dentro, ci fa una testa così. Dovete comprare la Spal, ci ripete da anni. A Ferrara sì che si può fare calcio seriamente, insiste da una vita, Gianni. Aveva ragione e noi gli abbiamo dato retta. Cercavamo una situazione come questa. Io, poi, per lasciare il Brescia, dove sono stato una vita, dovevo trovare giusto una piazza del genere. Abbiamo scelto Ferrara per la passione, davvero incredibile. Per la tradizione, la storia. La Spal fa simpatia, mi creda (le crediamo sì!) in tutta Italia. Senza contare il pubblico, la partecipazione, persino in C2. Le faccio un esempio: molti giocatori rifiutano il Monaco perché, malgrado il prestigio e i soldi, allo stadio ci vanno in tremila. A Ferrara ci risulta che in tremila ci vadano anche se c’è un’amichevole o quasi. Ecco, per questi motivi abbiamo scelto Ferrara e la Spal e una cosa gliela posso assicurare. Siamo tutti belli carichi, entusiasti. Ho sentito Dolcetti anche mezzora fa. Le giuro che andrebbe in campo domani per quanta voglia ha di cominciare.

Allora: cerchiamo di ricapitolare. Butelli presidente, lei amministratore delegato, Pozzi direttore generale. Quante figure mancano?

Direi che manca un team manager. Mi spiego: Pozzi starà parecchio a Ferrara e lui è il nostro uomo tecnico-sportivo. Il suo curriculum parla da solo. Io mi occuperò dell’azienda Spal, dei costi e dei ricavi, dell’organizzazione. Ora stiamo cercando una persona che stia con la squadra, che abbia rapporti diretti anche con i mass media, con il sito internet.

Sono già usciti i nomi di Valoti e Piovani. Conferma?

No. Piovani è un mio amico fraterno ma non verrà a Ferrara. Lo stesso discorso vale per Valoti perché ha già una carriera avviata e rimarrà dove sta.

Quindi?

Quindi è una figura che stiamo ancora cercando. Una cosa alla volta e poi ci sono aspetti più importanti.

E Mangoni?

Ci incontreremo presto, ci parleremo, ci confronteremo e chiederemo anche a lui i suoi progetti. Non c’è niente di deciso, insomma.

Diceva che le priorità sono altre. Cominciamo dalla squadra.

No, cominciamo con il dire che le cose da fare sono una marea, che con i tempi siamo purtroppo avanti, ma non ci spaventiamo. Anzi. Nessuno, però, parla della questione Giacomense. Una società, cioè, con la quale dividere lo stadio, cosa che logisticamente è un problema perché comporta una serie di aspetti che vanno affrontati. La manutenzione del campo, i cartelloni pubblicitari da mettere e da togliere, gli spogliatoi… Per carità, si risolve tutto, però bisogna capire che stiamo pensando a trecentosessanta gradi e ci vuole un attimo di pazienza.

Credo di poterle dire, se non altro a nome degli Spallinati, che la pazienza c’è e tutti si rendono conto delle varie cose che ci sono da fare. Però come faccio a non chiederle della squadra...

Capisco. Anche qui stiamo lavorando. Le posso dire che Dolcetti è chiuso in casa da quarantotto ore. Sta guardando tutte le partite della Spal della scorsa stagione. Vuole valutare tutto. Mi risulta che lei, Aldo lo conosca bene. Allora saprà che è uno tosto, un duro, un esigente, un meticoloso. Vuole soltanto gente che ha fame, voglia di lavorare e che remi per un unico, generale obbiettivo. Su questo siamo dello stesso parere tutti in società. Comportamenti esemplari e chi sbaglia paga. Nel vero senso della parola. Parlo di multe. Ho lavorato quattro anni con Mazzone: è tanto buono e caro ma con lui chi sgarra risponde in prima persona. Per essere chiari: nella nostra Spal non si andrà a piangere dal Presidente.

Ma qualche giocatore che avete già deciso di confermare e qualche altro che avete pensato di prendere ci sarà…

Se dovesse effettivamente passare la nuova regola sugli under, di sicuro tre giocatori li venderemo. Sì, ammetto, sto girando al largo ma, mi creda, sono valutazioni che stiamo facendo e Dolcetti, in particolare, sta guardando proprio i giocatori che hanno il contratto. Tre o quattro ce li hanno chiesti, questo lo posso dire. Qualcun altro resterà perché ci sono calciatori buoni e non è possibile costruire una squadra fatta soltanto da nuovi arrivi.

A proposito di nuovi acquisti, qualche nome è già uscito sui giornali. Prima di parlarne, che tipo di squadra pensate di allestire?

Una squadra di carattere. Una squadra di gente, mi ripeto, che ha fame e voglia, di ragazzi con la testa sulle spalle. Una squadra compatta. Poi, in linea di massima, ma di questo deve parlarne con Pozzi e con Dolcetti, si può dire che ci saranno da sette, otto conferme circa – guardi che sono numeri molto variabili – e tutto il resto arriverà.

Anche qui sono usciti i primi nomi. Brunner e Mignani, per fare un esempio.

Si tratta di giocatori e uomini in gamba che ci hanno offerto. Come tanti altri. Punto. Perdoni il paragone decisamente poco modesto. Ma perché se, con le dovute proporzioni, l’Aiax fa giocare cinque, sei ragazzi dell’89 e del ’90 in prima squadra non può farlo la Spal, in C2? E’ un malcostume italiano, questo. Poi, certo, per quello che abbiamo visto e saputo, l’anno scorso a questa squadra è mancato anche un leader, un giocatore di esperienza in mezzo al campo e a questo, non soltanto io, tengo molto. Insomma, non prenderemo soltanto giovani in gamba.

Io ci provo. Le butto lì un nome che dopo una mattinata intera passata a sfogliare l’almanacco mi sembra possibile. Luigi Piangerelli, 35 anni, fisico integro, titolare in B l’anno scorso con la Triestina e gli anni prima a Brescia, guarda caso, ma anche a Lecce, a Firenze. Insomma sempre in B e in A.

Il ragazzo lo conosco e oltre a essere un ottimo giocatore ha tutte le caratteristiche tecniche e morali dell’identikit che le facevo prima. Altro non posso e non voglio dire perché io non mi occupo della compravendita dei giocatori, non ne sono capace. Per quello c’è Pozzi che è il numero uno.

Beh, è già qualcosa. Il primo lo abbiamo azzeccato (ride al telefono, Bena). Poi?

Lo dice lei, eh! Poi vedremo, capisco che c’è una grande attesa ma siamo noi i primi a voler sistemare tutto.

E i giovani? E’ uscito il nome di Calzolaio, classe ’88, difensore della Sampdoria Primavera campione d’Italia…

E’ forte, è vero e ci piace. E non è l’unico della Sampdoria. C’è anche un esterno molto bravo. Ma non ricordo il nome.

E se gliene dico due io? Il primo è Mirko Martucci, seconda punta, classe 88, 28 partite e 6 gol con il Genoa Primavera. Il secondo, sempre del Genoa Primavera, è Estingue Luis Parfait, classe 90, centrocampista, 24 partite e 4 gol l’anno scorso…

Le rispondo come prima: che di queste cose ne parlano Pozzi e Dolcetti. E poi le dico pure che adesso capisco che aveva ragione Cosmi. Lei è veramente malato di Spal. Deve avere studiato parecchio. O ha una spia?

Giuro di no. Soltanto che quattro ore passate sugli Almanacchi e informazioni varie mi hanno portato qui. Ma stia tranquillo. Non ne ho altri...

Scherzi a parte, in questi giorni lavoreremo molto per le conferme e per gli acquisti. E comunque, mi creda, con Pozzi in società allestire la squadra non sarà il problema principale.

Dai giovani della prima squadra al settore giovanile.

Qui stiamo cercando di individuare una persona, un responsabile. Vedremo nei prossimi giorni. A parte la persona, siamo rimasti colpiti dal Centro che c’è a Ferrara e vogliamo migliorarlo, potenziarlo. Ci piacerebbe sistemarlo, renderlo ancora più accogliente. Anche perché crediamo molto nei giovani e per quanto mi riguarda vengo da una società, il Brescia, che ha ottenuto ottimi risultati puntando sui ragazzi cresciuti in casa. Da Pirlo a Baronio, Guana, Bonazzoli, Diana… Insomma veramente tanti. Una volta individuato un nuovo responsabile sistemeremo le squadre e tutto il resto. Sia chiaro, però, che gli allenatori li sceglieremo qui e saranno di qui, perché è giusto così e perché non sempre cambiare è la cosa migliore. Franco Fabbri, per esempio, è una persona in gamba. Lo stesso possiamo dire per Beppe Brescia e per altri che ci hanno dato la loro disponibilità.

Cambiamo discorso. Alla possibilità di un ripescaggio in C1 ci credete?

La penso come il Presidente Butelli. Ci crediamo moderatamente. Stiamo, infatti, cercando di capire se la Spal viene considerata nuova società per via della questione marchio oppure no. Questo potrebbe essere un problema ma sperare non costa niente. Sarebbe davvero fantastico, vorrebbe dire che portiamo fortuna. Scherzo. Comunque sia i nostri programmi non cambierebbero.

Ecco, gli obbiettivi quali sono?

E’ logico che tutti si aspettino di vincere e ovviamente anche noi. Noi crediamo che si debbano fare le cose bene, che si debba lavorare molto, con entusiasmo, serietà e anche con professionalità. Tutti insieme. Società, squadra, tifosi. Tutti per un unico scopo: quello di portare in alto la Spal.

L’ultima cosa poi la lascio ai suoi bambini. Una parola per i tifosi.

Incredibili, davvero. Dicono tutti così ma, come le spiegavo, loro sono uno dei motivi più importanti che ci ha portato a Ferrara. Sapevamo che c’era un seguito e una passione del genere ma forse non proprio così. Pensi che alla conferenza stampa della settimana scorsa c’erano addirittura i tifosi. Mi ha colpito, anzi ci ha colpito, questa cosa degli Spallinati, questo gruppo che mi sembra il più vasto e appassionato. Ho saputo da Cesare (Butelli) e da Aldo (Dolcetti) che li ha intervistati per il forum dei tifosi. Mi è sembrata una cosa carina, diversa. Ecco perché ho accettato volentieri anch’io. Nessuno di noi è particolarmente chiacchierone, glielo assicuro. E per tornare alla domanda iniziale nessuno di noi ha voluto organizzare la conferenza stampa per farsi bello. A tutti i tifosi e agli Spallinati possiamo dire che ce la metteremo tutta e anche di più. Poi, come sempre, parleranno i risultati e la struttura che riusciremo a dare alla società. Per adesso li voglio ringraziare. E devo anche salutarla, tra poco ho un appuntamento con Dolcetti...

Terza puntata – Continua…

Enrico Testa
 
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